La celiachia o intolleranza al glutine è una malattia intestinale cronica e autoimmune legata all’ingestione di glutine, o meglio di un suo componente, la gliadina, una proteina contenuta in alcuni prodotti a base di cereali. La celiachia si verifica nelle persone geneticamente predisposte.
La celiachia definisce l’intolleranza al glutine: è una malattia intestinale autoimmune cronica legata all’ingestione di glutine.
Le persone celiache, dunque, devono controllare attentamente le etichette dei prodotti che acquistano, prestare attenzione a vitamine e farmaci di cui fanno uso e controllare che non contengano glutine. Fortunatamente, la gamma di prodotti alimentari senza glutine si sta ampliandola vista d’occhio. Oggi, è infatti possibile acquistare prodotti gluten free anche on line. Tra le prime aziende in Italia ad offrire questo genere di servizio c’è La Favola Senza Glutine, che offre oltre 1200 alimenti e preparati gluten free. I prodotti della favolasenzaglutine.it si distinguono per le materie prime biologiche di alta qualità e il bassissimo di zuccheri e grassi contenuto di grassi e zuccheri, per soddisfare qualsiasi esigenza dietetica.
Cos’è il glutine?
Il glutine si forma nella fase di idratazione di un impasto e risulta dall’associazione con altri elementi di due proteine presenti nel chicco di alcuni cereali: le gliadine (coinvolte nella celiachia) e le glutenine.
Queste proteine sono presenti in diverse specie di frumento (grano duro, farro, kamut), orzo, segale e alcuni ibridi (come il triticale, ovvero l’incrocio di frumento e segale).
Celiachia, vivere gluten free
Si scrive celiachia, si legge intolleranza al glutine. A volte, si manifesta già in tenera età, altre volte diventa sintomatica durante la maturità: colpisce circa l’1% degli italiani e il 10% dei parenti di primo grado. È circa due volte più comune nelle donne.
La celiachia è una condizione autoimmune ereditaria caratterizzata da una reazione immunitaria ritardata al glutine.
Normalmente, l’intestino tenue è rivestito da piccole protezioni chiamate villi. I villi hanno terminazioni filiformi simili a capelli (o microvilli), che catturano e assorbono i nutrienti dal cibo. Nella celiachia, i villi si appiattiscono o scompaiono a causa della reazione immunitaria determinata dal consumo di cibi contenenti glutine. La deformazione dei villi e l’assenza delle loro terminazioni filiformi alterano la struttura della mucosa intestinale e danno vita a lesioni. In pratica, quando mangiano cibi contenenti glutine, gli individui intolleranti reagiscono alla gliadina, una proteina presente in alcuni cereali, producendo una serie di anticorpi.
Questa reazione autoimmune finisce per provocare danni ai villi e dà vita a due conseguenze:
– la digestione è compromessa
– l’organismo non assimila correttamente proteine, grassi, minerali e vitamine (ferro, calcio, vitamina D, vitamina B9 o acido folico, etc.)
A differenza delle allergie alimentari, e in particolare dell’allergia al glutine (caratterizzate da sintomi che si manifestano immediatamente dopo l’ingestione), l’intolleranza al glutine compare gradualmente e si sviluppa nel tempo.
La celiachia, inoltre, spesso passa inosservata: negli adulti viene diagnosticata in media più di dieci anni dopo la comparsa dei primi sintomi: può manifestarsi durante l’infanzia, ma può insorgere anche in caso di diabete di tipo 1 o altre malattie autoimmuni, come la tiroidite. Secondo i ricercatori, esiste una forte associazione tra sindrome di Down e celiachia. Gli anziani, infine, possono osservare l’insorgenza di sintomi da celiachia dopo un’infezione intestinale.
Il corpo di una persona celiaca non ha la capacità di assorbire i nutrienti dal cibo. Questo malassorbimento può portare a carenze di vitamine e minerali e, in particolare, di ferro (anemia) con conseguente diminuzione del livello dei globuli rossi. Tutto questo si traduce in una sensazione di affaticamento e in uno stato di debolezza generale. I sintomi della celiachia possono includere diarrea, sensazione di gonfiore e crampi addominali.
Gli alimenti che non vengono assorbiti vengono eliminati nelle feci. La diarrea generata a seguito della celiachia espone gli individui intolleranti al glutine a disidratazione.
Le persone celiache spesso perdono peso perché i loro corpi non possono assorbire i nutrienti essenziali dalla loro dieta. La mancanza di vitamine e minerali può portare a varie complicazioni. Le persone che accusano carenza di proteine denunciano gonfiore alle gambe o gengive sanguinanti. Altre carenze portano a danni neurologici che causano disturbi del pensiero e della concentrazione, pelle secca o lesioni sulle labbra e sulla lingua.
Nei casi più rari, la celiachia innesca l’osteomalacia, un ammorbidimento delle ossa determinato da carenze nutrizionali. Circa il 10% delle persone celiache sperimenta, inoltre, eruzioni cutanee accompagnate da prurito su ginocchia, glutei, gomiti, spalle e cuoio capelluto. La celiachia, in moltissimi casi, è anche causa di infertilità.
Celiachia: la diagnosi
Diagnosticare la celiachia non è sempre facile, a causa dell’assenza di sintomi intestinali manifesti: in questo caso, la diagnosi viene formulata in base ai valori clinici (anemia, funzionalità epatica anormale o artrite). Per fare la diagnosi, dunque, il medico prescrive esami di laboratorio, che includono l’emocromo e un test sull’intestino tenue (ovvero il prelievo di un campione del tessuto intestinale).
Gli esami del sangue consentono di rilevare una sovrapproduzione di alcuni anticorpi specifici: tali anticorpi sono il segnale che il corpo scambia il glutine per un corpo estraneo e tenta di eliminarlo.
Se è necessaria un’ulteriore esplorazione, si procede a un’endoscopia e viene prelevato un campione di tessuto dal rivestimento dell’intestino tenue per l’esame al microscopio.
Celiachia: le cause
La causa esatta dell’intolleranza al glutine è sconosciuta: secondo la Medicina ufficiale la celiachia è una patologia di origine immunitaria e deriva da una predisposizione genetica. Il 95% delle persone intolleranti al glutine è portatore di uno o due geni specifici (HLA-DQ2 e/o HLA-DQ8). I loro familiari stretti ereditano spesso la malattia (il rischio è del 10% tra parenti di primo grado): il 20% di loro possiede i geni interessati senza presentare intolleranza al glutine.
Ci sono, poi, alcuni fattori che favoriscono l’insorgenza dell’intolleranza al glutine. Tra questi, le malattie cromosomiche, autoimmuni e il diabete di tipo 1.
Quali sono i sintomi della celiachia
Ma quali sono i sintomi della celiachia? La maggior parte delle persone intolleranti al glutine resta asintomatica per molto tempo o addirittura per tutta la vita. La celiachia si manifesta in maniera differente, a seconda dell’età.
Quali sono i sintomi della celiachia nei bambini
I primi sintomi di intolleranza alla gliadina si verificano poche settimane dopo l’introduzione del glutine nella dieta. Questo cambiamento innesca la diarrea che diventa cronica (durata superiore ai 15 giorni), con feci abbondanti.
Il bambino manca di appetito e cambia comportamento, diventando meno attivo. Il suo peso può restare stabile, in una prima fase, per poi diminuire, e la sua crescita in altezza è talvolta compromessa.
La celiachia nei bambini si manifesta, in genere, in diversi modi:
– disturbi digestivi. Tra questi, diarrea cronica o intermittente, nausea e vomito e mancanza di appetito
– dolori addominali o di meteorismo, dovuti ad accumulo di gas intestinali
– perdita di peso e/o arresto della crescita
– stanchezza cronica o irritabilità
– carenza di ferro (anemia)
– ritardo nell’inizio della pubertà
– dermatite erpetiforme (manifestazione cutanea, che provoca prurito).
Quali sono i sintomi della celiachia negli adulti
Negli adulti, la diarrea cronica è il sintomo più comune, ma a volte la celiachia si manifesta anche con stitichezza, dolori addominali, gonfiore, flatulenza e perdita di peso.
Se l’intolleranza al glutine non viene diagnosticata tempestivamente, con il passare del tempo, possono comparire anche sintomi non digestivi. In particolare:
– stanchezza prolungata e persistente
– carenza di ferro o vitamina B9 (acido folico)
– afte ricorrenti
– dermatite erpetiforme
– fratture dovute a osteoporosi
– infertilità
Trattamenti e prevenzione
Le persone celiache devono astenersi dal mangiare cibi contenenti glutine, che significa evitare i prodotti da forno a base di grano, segale o orzo e la pasta. Fino a qualche tempo fa, alle persone celiache veniva consigliato di diffidare anche dell’avena: oggi, sappiamo che l’avena non contiene glutine, sebbene i prodotti a base di avena possano venire contaminati durante la produzione.
La dieta gluten free
Seguire una dieta corretta è importante non solo per sgonfiare la pancia e sentirsi più belli fisicamente, ma soprattutto per superare o limitare il più possibile diverse patologie e problemi di salute ricorrenti.
L’adozione di una dieta gluten free, in particolar modo, consente:
– scomparsa dei sintomi in poche settimane e degli anticorpi dopo un anno
– guarigione dei tessuti intestinali danneggiati
– tratto aerodigestivo superiore e del fegato;
– fine della diarrea
– normalizzazione dei comportamenti e il recupero delle curve di crescita nei bambini
In assenza di una dieta priva di glutine, nel lungo periodo, la celiachia espone al rischio di:
– tumori del tratto digerente (linfoma o adenocarcinoma dell’intestino tenue)
– sterilità (12% dei pazienti)
– osteoporosi
– rallentamento della crescita
– patologie del tratto aerodigestivo superiore e del fegato
Una corretta idratazione è, inoltre, fondamentale. L’assunzione di vitamine e integratori minerali può anche ridurre gli effetti dei problemi legati al malassorbimento.